lunedì 10 aprile 2023

L'EDIFICAZIONE DELLO SGUARDO - Mostra personale di Isabella Rigamonti a cura di Melina Scalise - DAL 25 MARZO AL 25 APRILE 2023

 

 

Di cosa è fatto il nostro sguardo sul mondo? Cogliamo prima la forma, il colore o il senso? Di certo la discriminante più importante a cui tutti facciamo riferimento, quando pensiamo alla visione nell’accezione metaforica, è il dualismo tra un mondo a colori e uno in bianco e nero. Due modalità del guardare che sono spesso lo specchio di due modi di sentire, di emozionarsi e relazionarsi con la realtà che ci circonda. Lo sguardo fotografico di Isabella Rigamonti sembra esplorare questi percorsi e li riconosciamo nei suoi cicli fotografici perché tutti sono caratterizzati dall’accostamento del colore e del bianco e nero, tanto quanto dalla scomposizione della forma e dalla ricerca di un certo equilibrio dinamico d’insieme. Isabella non sceglie mai tra una fotografia a colori e una in bianco e nero come tanti che, come lei, sperimentano le due modalità espressive e le tengono distinte. Nelle sue immagini fotografiche le due visioni sono contemporanee. Utilizza, a questo scopo (soprattutto nel primo periodo) la tecnica del collage tradizionale ovvero con il taglio a forbice e non digitale. Una sorta di desiderio manifesto di tenere insieme due mondi possibili, di ricucire delle spaccature che non sono casuali, ma scelte, ovvero che lei procura volutamente come a sperimentare l’ipotesi scompositiva del caos. Questo aspetto si evidenzia per lo più nelle prime serie fotografiche dove rappresenta i cieli, le architetture e le visioni urbane. Le ricomposizioni a collage mettono a confronto non solo due sguardi possibili, due emozioni potenziali - bianco e nero - ma esprimono tutta la capacità dell’Uomo di tenere insieme questo dualismo visivo come convivere con il buono e il cattivo, il bello e il brutto, il tragico e il comico. Il risultato si presenta come una fotografia caratterizzata da frammentazioni dinamiche che ricordano certi lavori di ricerca fotografica e pittorica da primo Novecento con chiari rimandi al periodo Futurista. Tuttavia, in queste fotografie Isabella, non enfatizza il movimento esaltando la possibilità di rendere manifesto il punto di partenza e d’arrivo di un percorso, quanto la possibilità che tutto ciò che si muove possa subire un’interruzione della sua traiettoria o tragitto e della necessità e capacità dell’Uomo di ricomporre, in modo nuovo, una storia. La fotografa compie un lavoro di sezione e ricomposizione della frammentazione del mondo alla ricerca di un nuovo senso, di un nuovo equilibrio e di una nuova armonica bellezza nonostante tutto. Un lavoro fotografico che ricorda il Kintsugi ovvero la tecnica orientale di riempire d’oro le crepe degli oggetti rotti e ricomporli a testimonianza del valore importante della composizione delle ferite. Nella fotografia di Isabella, però, non è il caso che cambia il mondo, ma è lei che taglia il quadro visivo scegliendo di presentarlo a piccole sezioni e di ricomporlo, a testimonianza non solo del fluire e divenire del mondo, ma del potere razionale di riorganizzarlo. Il suo è uno sguardo che cerca nel Tutto il frammento per renderlo bello e possibile come per prepararsi alla catastrofe e prefigurarsi che tutto comunque potrà essere ricomponibile e riparatorio. Una sorta di edificazione dello sguardo che tradisce la sua preparazione professionale di architetto. Questa tecnica del frammentare e ricomporre le forme e l’insieme delle cose porta Isabella, nell’ultimo periodo della sua ricerca, a sperimentare un altro modo di guardare il mondo concentrandosi su piccoli oggetti di uso quotidiano, in particolare in ambito domestico. In questa serie, che chiama non solo “Nature morte”, ma anche “La forma fluida”, la ricomposizione non ha più tagli netti da collage, ma transizioni che invitano il nostro sguardo a passare attraverso le cose fino a legarne insieme i nessi, i colori e le emozioni. I soggetti fotografati in questi cicli sono, in particolare, suppellettili in vetro o in ceramica come tazzine e teiere o bicchieri e brocche di vetro. L’obiettivo fotografico si sposta dall’esterno all’interno, nella casa, nel focolare domestico a evocare momenti di socializzazione tra un bicchiere di vino e un pasticcino bevendo il tè. La scelta di rappresentare nessun elemento vivo, spesso frequente nelle raffigurazioni delle nature morte, ma solo dei piccoli manufatti, fragili, di domestica e - per lo più - quotidianità femminile dal sapore d’altri tempi, fa pensare a una riconciliazione con il passato, alla delicatezza dei movimenti, alla cura. Qui, la forma “fluida” diventa “sostanza” comportamentale.  La natura morta rappresentata è - come da tradizione nella storia dell’arte - un richiamo alla caducità della vita terrena che si contrappone all’eternità del divino. Tuttavia è nelle piccole cose, nelle cure quotidiane che si consuma e celebra la cura per l’Uomo, per il suo corpo e il suo spirito. Un bicchiere d’acqua, un pasto, una serata con gli amici, una chiacchierata con un amico o un’amica e quel mondo bianco e nero, sembra perdere la rigidità dei contorni e delle forme. L’insieme si compenetra, per l’appunto la “forma” diventa “fluida” e appare una sorta di tessitura di forme e colori che tiene insieme le cose e le difficoltà dell’esistere attraverso la cura dell’altro fatta da piccoli gesti, e piccoli oggetti che, nelle loro fragilità, esprimono tutta la forza dell’amore. Forse è per questo che gli ultimissimi lavori di Isabella rappresentano direttamente il sacro e gli oggetti votivi, una sorta di ricerca del simbolico e della spiritualità mercificata e raffigurata per iconografie precostituite che tuttavia tiene insieme le fragilità del mondo e la precarietà del quotidiano.  Melina Scalise

BIOGRAFIA:

Nata a Besana in Brianza (MI) nel 1969, Isabella Rigamonti approfondisce gli studi artistici presso il Liceo Artistico Collegio San Giuseppe di Monza e consegue la laurea in Architettura-Design presso il Politecnico di Milano. Il suo esordio artistico è nel campo pittorico figurativo con tecniche tradizionali da cui ben presto si allontana per confluire in una sperimentazione artistica di natura percettiva informale, con tecniche e materiali espressivi inconsueti. Agli inizi della sua attività artistica sviluppa l’interesse per la fotografia, che diventa ben presto il suo strumento espressivo di riferimento, il cui studio della tecnica viene coltivato con la frequentazione di diversi corsi annuali anche presso l’Accademia Forma di Milano. L’artista compie un lavoro complesso a livello fotografico, realizzando senza l’utilizzo di rielaborazioni digitali successive un effetto di velatura e stratificazione dell’immagine e rielabora la fotografia in forma concettuale e gestuale, accostando o sovrapponendo, sulla fotografia in bianco e nero parti di fotografia a colori, che all’interno dell’opera vivono di vita propria e ne individuano al contempo una dimensione differente che muta la percezione stessa dell’opera.I suoi pezzi unici sono stati esposti negli anni in numerose Mostre Collettive e Personali, presso, Gallerie Private (Galleria Cart, Galleria FMArt Studio, Galleria Villa e Galleria Artista di Monza / Galleria PEP Art, Galleria MICRO ARTI VISIVE di Roma, Galleria Viola@rte di Galliate/Lugano, Galleria Castel Negrino Arte /Galleria Showcases Gallery di Varese/ Galleria Pardes di Mirano /  Galleria Art Factory di Venezia), Spazi Espositivi Comunali, Padiglioni Collaterali della Biennale di Venezia, Fiere Italiane ed Estere di settore e Musei ( Museo Casa Tadini, Museo Civico Floriano Bodini, Museo Enrico Butti, Museo Parisi Valle, MIMUMO, MAC di Lula e MAGA). Inoltre le sono stati dedicati diversi articoli sulle riviste di settore e diverse sue opere sono entrate in collezione permanente dei Musei sopra citati.

Dott.ssa Melina Scalise:

Curatore Casa-Museo spazio Tadini di Milano, Archivio Emilio Tadini, giornalista, scrittrice psicologa.

 

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TRAPASSATO FUTURO - Mostra bi-personale di Francesco De Molfetta e Nicolò Tomaini. Dal 21 gennaio al 25 febbraio 2023

 

 

Showcases Gallery è lieta di ospitare la Mostra TRAPASSATO FUTURO in collaborazione con la galleria VILLA CONTEMPORANEA di Monza. A cura di Monica Villa e Franco Crugnola, testo critico di Rebecca Delmenico. 

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giovedì 17 febbraio 2022

REAL ART #6-2021 dal 18/02/2022 al 30-04-2022

 

Dopo il successo della delle prime cinque edizioni, torna REAL ART, progetto artistico, nato con l’idea di realizzare annualmente una pubblicazione-portfolio con opere uniche ed autografe di artisti contemporanei e l’intero incasso devolverlo in beneficienza ad enti del territorio.

L'edizione del volume #6, limitata a 130 copie (90 destinate alla diffusione), presenta lavori unici di:

ELISA CELLA, ENZO ESPOSITO, FERNANDA FEDI, AGOSTINO FERRARI, GAETANO FRACASSIO, GIOVANNA GIACHETTI, UMBERTO MARIANI, PETER HIDE 311065, PAOLA PEZZI, ISABELLA RIGAMONTI, FRANCESCO RIVA, GIORGIO TENTOLINI, MICHELE TOMBOLINI, GIUSEPPE VENEZIANO

 Il progetto ha saputo coinvolgere artisti, stampatori, editori, giornalisti uniti nel nome dell'arte e dalla solidarietà. Il ricavato dell’alienazione, infatti, ogni anno andrà a sostenere un’associazione che opera senza fine di lucro sul territorio. Il volume originale e interdisciplinare coinvolge artisti anche molto differenti tra di loro, invitati a confrontarsi, rimanendo aderenti al loro percorso artistico, al concetto di serialità all’interno di un lavoro “unico”, differente quindi per ogni volume. Ciascun artista è presente nel volume con una doppia pagina: un’opera stampata ed una originale applicata, una sorta di piccolo museo su carta, che invita ad un rapporto anche tattile con il prodotto artistico. Il progetto ha avuto, già nelle sue fasi embrionali, grande sostegno da parte di sedi museali ed istituzionali, tanto da inserire REAL ART all’interno di un percorso itinerante tra alcune realtà importanti della provincia. Il volume sarà disponibile nei bookshop del Museo MA*GA di Gallarate, Museo Bodini di Gemonio, Museo Parisi Valle di Maccagno con Pino e Veddasca, Casa Museo Spazio Tadini di Milano, Galleria Villa Contemporanea di Monza, Museo Enrico Butti di Viggiù, spazio HEART – pulsazioni culturali- di Vimercate, Showcases Gallery di Varese, al Front desk della Meeting Art di Vercelli e in tutte le maggiori fiere d’arte italiane ed estere grazie a Biancoscuro Art Magazine di Pavia. Il progetto ha poi il supporto video da parte di Sergio Mandelli della galleria Mandelli Arte e “Praline”. Una lunga rassegna tra le istituzioni coinvolte presenterà in fasi alterne il solo volume e/o il volume e le opere degli artisti coinvolti con importanti mostre e rassegne a partire da fine novembre 2021. 

Scrive Lara Treppiede (Direttrice museo Civico Floriano Bodini - Gemonio) nella presentazione del volume:

Un contenitore per documenti importanti, uno scrigno che custodisce opere altrettanto preziose. Non un catalogo, non un libro, ma un portfolio, racchiuso nella sua scatola, essenziale, ecologica, tanto semplice quanto sostanziosa. Questo il numero #6 di REAL ART, in linea con le edizioni che l’hanno preceduto. Continuità, serietà, determinazione, coraggio, impegno, passione per l’arte, desiderio di conoscenza e di dibattito: queste le motivazioni che muovono tale progetto espositivo, artistico e sociale fin dal 2015. Già allora il Museo Civico Floriano Bodini è stato presente e sostenitore dell’iniziativa, che ancora oggi trova spazio a Gemonio per la mostra collettiva dei protagonisti coinvolti nel susseguirsi delle edizioni. 14 per questo nuovo numero, che vede come sempre un dialogo aperto e diversificato, stimolante quanto innovativo. Lo spessore dell’arte si ritrova sfogliando il portfolio: matericità, elementi che si alternano, tecniche e messaggi che si intrecciano. Questo è quello che rimane oltre la mostra, lo stare vicini elogiando le diversità, unendosi in un progetto corale per esaltare il percorso e le potenzialità artistiche ricordando la forza del confronto. E ancora sorpresa e meraviglia nell’aprire e sfogliare REAL ART #6, un momento che si è fatto attendere per cause di forza maggiore, ma che oggi ci ricorda la bellezza e l’importanza della continuità e della presenza, di quella normalità e attesa di qualcosa che diamo per scontato ma che non sempre risulta essere così. Oggi torna REAL ART #6 e lo fa con tutta l’energia e l’entusiasmo che lo distingue”.

Scrive Renata Castelli (Conservatore Musei Civici Viggiutesi “E. Butti”) nella presentazione della mostra:

“Il progetto Real Art, coraggioso e solidale, acquista così un significato assai più profondo e coinvolgente: è una mostra d’arte contemporanea, con la presenza di grandi nomi affermati e di giovani di talento, ciascuno con il proprio indirizzo poetico, con la propria spiccata personalità. Ma è anche un progetto di collettiva solidarietà, di intelligente solidarietà: reale, immediata, che arriva a chi ha davvero bisogno. Il portfolio, donato a fronte di un’offerta che ci auguriamo generosa, non è un libro, non è una rivista ma rappresenta un piccolo-grande scrigno d’arte. E al Museo Butti di Viggiù le opere troveranno anche l’opportunità di dialogare, rapportarsi con ciò che gli artisti viggiutesi, testimoni ed eredi di una grandissima tradizione scultorea, hanno lasciato e di cui abbiamo il dovere di tramandare la memoria. In questo rapporto tra tecniche e generi diversi, tra emozioni e suggestioni sempre nuove, il visitatore saprà trovare e scoprire spunti affascinanti e riflessioni profonde, come da sempre l’Arte sa suscitare in tutti noi”.

Per avere REAL ART # 6 e quindi i 14 pezzi unici di artisti internazionali, basta fare una donazione minima di €. 100,00 all’associazione U.N.I.T.A.L.S.I. SOTTOSEZIONE DI VARESE, LOC. BOSTO, ORATORIO SAN LUIGI, VICOLO MERA 2 - 21100 VARESE

IBAN IT47N0521610800000000083414 e poi ritirare la copia del volume presso i bookshop o i punti dedicati.

L’offerta è detraibile dalle tasse detraibile a norma art.14 D.L. 35/2005

REAL ART è un progetto di Franco Crugnola Studio di architettura, via San Martino, 11, Varese.  

Per maggiori informazioni 338.2303595

  Per leggere Real Art #6-21 CLICCA QUI

lunedì 1 novembre 2021

GIORGIO MONTORIO - DIABOLIK - dal 01/09/2021 al 01/12/2021

 

 
 GIORGIO MONTORIO 
Dopo il diploma, segue un corso per corrispondenza di disegno, esordì come fumettista nel 1964 disegnando la serie Alboromanzo Vamp edita dalla Casa Editrice Astoria alla quale seguirono, per lo stesso editore, alcune storie per la rivista horror; crea poi graficamente il personaggio di Teddy Bob, protagonista di una serie scritte da Pier Carpi e disegnata principalmente da lui che verrà pubblicata con successo dal 1966 al 1972. Collabora quindi con le case editrici Universo, Edifumetto ed Editoriale CEPIM per le quali disegna storie a fumetti per le serie Mister No, Campus Girl, Hippy, Lucky e Vampyr; per la Casa Editrice Nerbini nel 1975 crea la serie Le Amazzoni; nel 1976 inizia a collaborare come inchiostratore alla serie Diabolik della casa editrice Astorina dove rimane fino al1981; collabora anche con altre case editrici di fumetti a storiche riviste italiane come Il Monello, Albo TV, Intrepido, SuperGulp!. Nel 1997 riprende la collaborazione con la Astorina per disegnare la serie Diabolik.